Lungi dall'avere un quadro chiaro e completo delle autorizzazioni rilasciate dai competenti ministeri, abbiamo scritto nuovamente alla Direzione Generale per la Salvaguardia Ambientale per chiedere la sospensione dell'efficacia delle autorizzazioni, perché si proceda all'annullamento degli atti per un riesame dei procedimenti e una riapertura delle istruttorie tecniche.
Come più volte abbiamo rilevato la decisione di non coinvolgere la cittadinanza santermana ci ha impedito di apportare il nostro contributo in fase di istruttoria tecnica. La valutazione dei cittadini sarebbe stata utile, qualora ci fosse stata data la possibilità di produrla, anche ad evidenziare l'impatto complessivo sull'ambiente di una serie di autorizzazioni che afferiscono ad aree limitrofe per una superficie complessiva davvero non trascurabile.
Assistiamo, in Puglia, sino ad oggi solo in forma di tentativo, all’affermazione di un potere economico sulla nostra principale fonte di ricchezza. Non dobbiamo permettere a nessuno di ipotecare la 'nostra' sostenibilità, sociale ed economica, cioè la qualità della nostra vita e di quella dei pugliesi del futuro.La cittadinanza attiva sta facendo la propria parte e continuerà a farla fino in fondo e senza sconti per nessuno, nella consapevolezza che la guerra sarà lunga e dura. Anche nella consapevolezza che potrebbe non bastare.
La sensazione, una volta di più, è quella di marginalizzazione, non solo geografica, della Murgia. Occorre, allora, che la ribellione che i pugliesi sanno esercitare, come insegna la Storia, con strumenti e modalità civili e responsabili, ma con altrettanta ferma determinazione, sia testimonianza per tutti, Governo nazionale, Regione Puglia ed istituzioni economiche di qualunque latitudine, che ogni strategia geoeconomica o di geopolitica economica, non potrà prescindere dalla condivisione del Popolo della Murgia.
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